Ferroni scelto da Michele Placido


Foto Marco Caselli Nirmal / Archivio fotografico Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.

Gianluca Ferroni interpreterà un ruolo in Passio Christi
In questi giorni Michele Placido e Moni Ovadia sono al lavoro per la realizzazione di Passio Christi, il nuovo progetto tra teatro e cinema prodotto dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.
Tra gli artisti che hanno collaborando all’opera, anche una giovane attore, Gianluca Ferroni, allievo del secondo anno della Scuola d’Arte Cinematografica Florestanio Vancini di Ferrara, nonchè allievo della Tenda Summer School, che è stato scelto da Michele Placido per interpretare uno degli ebrei presente durante la crocifissione.
Gianluca è rappresentato dalla Vancini Talent, agenzia interna della Scuola Vancini.

Gianluca, dopo aver collaborato più volte con Rai2, in documentari dedicati a Primo Levi e a Federico Fellini, dopo aver partecipato alle riprese di Oltre la bufera, il film su don Giovanni Minzoni, andato in onda in prima serata Rai nel 2020, ora un’altra grande soddisfazione. Cosa hai pensato quando Michele Placido ti ha scelto per questo ruolo?
Innanzitutto devo ringraziare Stefano Muroni, Valeria Luzi e tutta la filiera creativa di Ferrara La Città del Cinema che mi ha dato la possibilità di crescere e maturare sia da un punto di vista artistico che personale. Stefano ed io ci conosciamo oramai da cinque anni, e insieme siamo cresciuti, lui come mentore e io come allievo, fino ad arrivare a questa grande possibilità. Domenica pomeriggio mi chiama, chiacchieriamo un po’ del lavoro fatto a scuola e di come stiamo passando il tempo in questa ennesima quarantena.
Poi mi dice, un po’ sarcastico: «Sai il perché di questa chiamata? Sono stato contattato dal direttore del Teatro Comunale di Ferrara, un certo Michele Placido, il quale mi avrebbe chiesto la possibilità di avere per il suo nuovo progetto un ragazzo della Florestano Vancini, e vedendo le tue foto che gli abbiamo inviato ha deciso di prenderti».
Attimi di silenzio, sguardo nel vuoto ed una mia risata nervosa.
Cioè, Michele Placido? Il Michele Placido? Il grande attore italiano, l’importante sceneggiatore, il regista di cui ho tanto sentito parlare? Così ho accettato immediatamente, sono corso di sotto dai miei genitori per informali della novità e mi sono preparato l’outfit per il giorno dopo.

Come è stato essere diretti da Michele Placido?
Arrivato in teatro dopo aver seguito tutte le direttive sulla sicurezza anti-covid, sono salito nel mio camerino aspettando di essere chiamato. L’attesa, lo ammetto, è stata un po’ nervosa, non sapevo cosa avrei dovuto fare o come mi sarei dovuto atteggiare. Nel camerino incontro altri tre ragazzi che insieme a me avrebbero preso parte al progetto; parlo con loro e mi dicono di avere delle origini africane e che per il progetto erano richiesti anche giovani di pelle scura.
Così mi chiamano, scendo le scale ed incontro per la prima volta il Maestro Placido il quale guarda tutti e tre i ragazzi e poi arriva a me dicendo: «E tu da dove vieni?», e io rispondo: «Da Comacchio». «Ma va – mi risponde lui, ironico - si vede che sei un meridionale».
Il maestro è un artista in tutto e per tutto, a partire da come si atteggiava con noi attori e come gestiva l’intera troupe. Il mio era un piccolo ruolo all’interno del progetto, ma la possibilità di essere affianco a lui per un’intera giornata mi ha portato a chiedere la cortesia di restare a vedere le riprese di scene che non richiedevano la mia presenza, solo per rubare qualche esperienza in più.

Tu hai studiato tre anni al Centro Preformazione Attoriale di Ferrara, hai avuto esperienze formative internazionali partecipando al campus Tenda Summer School, adesso la Scuola Vancini. Quanto è importante per te la formazione?
Ho deciso di intraprendere un percorso artistico, appena dopo il diploma, quando ero bombardato di domande come: «Cosa vuoi fare da grande? Dove vuoi andare? Vuoi studiare?». Durante un’estate di dubbi e incertezze sul mio futuro, mi è capitata sotto mano La Nuova Ferrara, giornale locale, dove ho trovato l’opportunità che stavo cercando, il Centro Preformazione Attoriale, il CPA di Stefano Muroni. Scuola dove, superando il provino di ingresso, ho avuto la possibilità di apprendere le basi della recitazione: esibendomi ogni anno con lo spettacolo finale, girando il mio primo cortometraggio, esordendo sulla tv nazionale con un dossier speciale su Rai 2, facendo una comparsa scenica nel film “Oltre la bufera” e vincendo una borsa di studio alla Warsaw Film School.
Fino ad arrivare ai giorni nostri, studente al secondo anno della Scuola d’Arte Cinematografica Florestanio Vancini, con qualche anno in più sulle spalle, e lo stesso sguardo da bambino verso il mio sogno di “essere grande”.

Tu non sei dovuto partire per Roma o per Los Angeles per inseguire i tuoi sogni. Cosa significa per te potersi formare e muovere i primi passi nel mondo del lavoro, collaborando con la Rai fino ad arrivare a Michele Placido, rimanendo a Ferrara?
Una volta concluso il mio percorso scolastico presso la Scuola Itis Nullo Baldini di Ravenna, diplomandomi come Perito Elettrotecnico, ero consapevole che volevo conoscere il mondo della recitazione, così ho provato a concretizzare il mio desiderio contattando varie accademie di Roma, ottenendo da tutte il medesimo suggerimento, ovvero quello di prendermi un po’ di tempo per approfondire le mie conoscenze, prima di provare un provino invano.
Così ho voluto trovare un modo per riuscire a far combaciare la mia passione e la possibilità di potermela pagare.
Dove l’ho trovata? A Ferrara!
Lo ammetto, forse la mia forza di volontà di intraprendere un percorso verso la recitazione è stata superiore a tutte le aspettative del mondo esterno, ma vi assicuro che è stato tutto ripagato, anzi strapagato. Ho avuto la possibilità di accedere a provini, di essere su set cinematografici come “Oltre la bufera”, “999- l’altra anima del calcio”, “Saremo giovani e bellissimi” e tante altre possibilità. Oggi sono tra l’altro rappresento dall’agenzia Vancini Talent.
Se avessi continuato ad ascoltare le voci dei “più grandi”, se fossi rimasto nel paese che tutti hanno sempre giudicato come tale, ora tutto sarebbe diverso; ma credo che tutte le cose accadono per un motivo. Quindi, ora, perché fermarsi?

Un consiglio da dare ai tuoi coetanei che sognano di entrare nel mondo del cinema?
Se dovessi dare un consiglio ai miei coetanei direi di seguire la propria pancia. Non il pensiero, non il cuore, non le stupidaggini delle persone che vivono una vita “orizzontale”, ma quello che brucia dentro di voi. Quando la sera siete nel vostro letto, a guardare il soffitto, oppure un film su qualche nuova piattaforma digitale, sentite quella vocina che vi rimbomba nella testa, e seguite quello che voi volete fare. Sapete, a casa quasi nessuno è d’accordo su questa scelta di vita. Mi chiedono ancora: «Cosa farai da grande? Come porterai a casa uno stipendio? E perché fai tutto questo?!»
Io rispondo sempre che sono un sognatore, ma non uno di quelli legato ai beni materiali; io sogno di conoscere. Quindi, per favore, non svegliatemi.

Orgoglioso il Presidente del Tenda Summer School, Stefano Muroni: «Queste esperienze – è evidente anche dalla testimonianza di Gianluca - sono importantissime per i nostri allievi. Sapere che a Ferrara c’è la possibilità di collaborare, già in giovane età, con maestri del calibro di Michele Placido e Moni Ovadia, rende la Tenda Summer School un Campus ancora più affascinante, attraente e riconoscibile. Inoltre i giovani ragazzi che studiano cinema a Ferrara nelle nostre scuole vedono concretamente il legame fra formazione e primi passi nel mondo del lavoro. Ringrazio di cuore la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e l’amministrazione comunale per queste opportunità rare da trovare in qualsiasi parte d’Italia.»

Christi sarà diffuso gratuitamente sul canale Youtube del Teatro Comunale di Ferrara venerdì 2 aprile alle 21 (e non sabato 3 aprile, come in precedenza anticipato), in occasione delle festività pasquali.
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